Il periodico Megliounlibro -Book Counselling Service, che nel 2020 taglia il traguardo dei suoi 23 anni, ha utilizzato fino al 2007 il supporto cartaceo.
Dal 2008 viene inviato via mail in formato digitale (pdf) esclusivamente ai Soci in regola con l'adesione.
Il cartaceo è sempre disponibile, ma ora solo on demand (ovvero su prenotazione nominale e con saldo).
Sulla testata, punta dell'iceberg del lavoro, si segnalano solo LE PERLE, cioè quei libri che per noi sfidano il tempo e valgono il denaro (salvo restando il gusto individuale per il genere, è ovvio...).
E' possibile avere l'intera raccolta dei numeri, in pdf o cartacei, della testata, dallo Zero in poi (anno in corso escluso, ora siamo al n. 89). Il rimborso spese previsto è € 300 per tutta la raccolta in pdf e € 400 per il cartaceo, spedizione postale esclusa, da versare in anticipo con bollettino postale (cfr. contatti) o bonifico.
La testata è registrata presso il Tribunale di Milano con atto n. 409 - 11 giugno 1998.
Direttore responsabile: Laura Prinetti
In redazione: Alessandra Compostella, Ayleen Pineda, Silvia Renieri.
In una delle foto abbiamo lasciato il Brindisi per il VENTENNALE al Salone Internazionale del Libro di Torino 2017, con parte della redazione, soci e collaboratori.
RICORDA. Se scegli di collaborare con una testata registrata, come la nostra, non puoi copiare da altri siti, nè puoi utilizzare i testi dei nostri autori facendone altro uso che non sia quello personale. Rispetta il copyright. I trasgressori saranno perseguiti a norma di legge.
Il collaboratore del Bcs è consapevole che la sua attività non verrà retribuita in denaro e che si impegna a non compiere alcun atto di plagio copiando o trasferendo altrove idee acquisite dagli scambi con la redazione.
contatti:
[email protected]
[email protected]
per abbonamenti e adesioni: [email protected]
SUL SITO TROVI SOLO UN ASSAGGIO DI QUANTO C'E' SULLA TESTATA, OVVIAMENTE...
Rafel Nadal
IL FIGLIO DELL'ITALIANO
DEA Planeta Libri, 2020
pp. 362, € 16,15
Mateu è uomo determinato, si sente però “incompiuto”, in paese lo chiamano “il figlio dell’italiano”, e alla morte della madre si mette in cerca delle sue origini. Tinte biografiche e attenta ricostruzione storica per un romanzo strutturato in tre parti: una, corale, incentrata su Mateu; poi, un tuffo nel passato di oltre 60 anni, con le vicende di Ciro Sannino, marinaio della Regia Marina Italiana; e infine una che porta alla luce intuizioni e lascia nell’ombra i dubbi su cosa sia davvero accaduto. Attorniati da persone che li amano e uniti da un legame evidente e insieme misterioso, Mateu e Ciro suscitano affetto. Ideali, voglia di emergere da una famiglia “a pezzi”, fiducia che cambia la vita di un ragazzo, impegno, generosità incondizionata, coraggio, amicizia: tutti questo troviamo in alcuni episodi. Altri sono crudi, parlano di violenza, meschine ritorsioni, mediocrità e miseria.
Rafel Nadal, giornalista catalano, è narratore, personaggio e serio ricercatore delle vicende dei marinai – un migliaio - scampati al naufragio della corazzata Roma, affondata dai tedeschi nel 1943, cornice di un racconto delicato e avvincente.
Daniela Fontana
Luca Ammirati
SE I PESCI GUARDASSERO LE STELLE
DEA Planeta, 2019
pp. 336, € 16,00
Quasi trent’anni, lavori precari, la perenne ricerca della fidanzata giusta, autostima con alti e bassi vertiginosi. E’ il ritratto realistico di tanti giovani del 2019.
Se Salvatore di giorno scrive per il quotidiano locale, la sera guida i gruppi alla scoperta dell’osservatorio astronomico. Per campare alla giornata va bene. Bene si fa per dire, perché questo ragazzo, come tanti dei nostri, vuole qualcosa “di più”. Non gli vanno bene le donne “solo per fare serata”, né il lavoro “finché va”. Guarda in alto, ama le stelle…
Nella cornice di Sanremo – di cui l’autore ci fa percepire il profumo dei fiori e il sapore dei baci di pasticceria – il romanzo sorprende, perché riesce a rappresentare la “solitudine in compagnia” di tanti nostri venti-trentenni che, fuori dal coro, desiderano alzare lo sguardo per vivere una vita più luminosa, malgrado quello che “la società” prospetta. A loro non basta la boccia del pesce…
Quando è giù, Samuele si sfoga con il pesciolino o con gli amici. C’è chi si è assimilato all’andazzo “ragazze e serate” e chi riesce ad alimentare una solida personalità. Alla fine riuscirà a coronare i sogni di un vero amore e di un lavoro consono ai suoi talenti? Una bellissima sorpresa l’opera prima di un talentuoso autore che vive e lavora a Sanremo.
Nicolae Dabija
COMPITO PER DOMANI
Graphe.it, 2018
pp. 396, € 14,90
E’ il 1940. Mihai Ulmu, docente di Lettere al Liceo di Poiana, villaggio rumeno, assegna agli studenti un compito: “vivere da uomo è un’arte o un destino?”.
Ma la repressione sovietica deporta il giovane professore in Siberia, dove è raggiunto da un’alunna, Maria Razesu, che, innamorata di lui, non esita a seguirlo, preferendo la morte a una vita lontana dal suo amore.
Solo dopo 13 anni di prigionia Mihai ritornerà a Poiana e i suoi studenti, ormai adulti, dimostreranno di aver “svolto” bene il compito assegnato: hanno mantenuto la dignità rispettando se stessi, gli altri, e “il mondo che Dio ha loro destinato, per renderlo più bello, in nome della vita”.
Difficile riassumere il contenuto, perché se la vicenda si dipana tra gli orrori del gulag e l’amore tra i due giovani, il libro è alla fine una meditazione sul senso del sacrificio, del dolore, dell’amore, della libertà, della vita tutta... tanto che ogni capitolo, pur legato agli altri, per il carattere riflessivo è in sé compiuto.
Il romanzo inoltre ha l’andamento della fiaba, per l’ambientazione, lo stile immaginifico (esornativo e spesso volutamente ripetitivo), i personaggi e le situazioni al limite del reale, quasi simbolici.
Lo scrittore moldavo offre una narrazione ricca, lentamente maestosa, più per adulti.
Per J. Andersson
L’INCREDIBILE STORIA DELL’UOMO CHE DALL’INDIA
ARRIVO’ IN SVEZIA IN BICICLETTA PER AMORE
Sonzogno, 2018
pp. 302, € 17
Se pensate che un titolo così vi abbia già detto tutto… beh, non siete lontani dal vero, ma rischiate di perdervi molto. E’ una storia folle e affascinante, a partire dal nome, impronunciabile, del protagonista, che per brevità viene sintetizzato da tutti con le sole iniziali: P e K, o, meglio, Pikay.
Sì, la trama è quella del titolo. E le chiavi di lettura possono essere diverse, sovrapponibili. L’India, le sue tradizioni, la sua storia,
le “caste” che marchiano ogni individuo fin dalla nascita. La “buona stella” che – a prescindere dall’appartenenza religiosa – insegue, guida, protegge il protagonista, sempre sul limite del baratro. L’apertura agli altri, che rende facili anche incontri e svolte apparentemente impossibili. E soprattutto l’arte - Pikay è un pittore e ritrattista di qualità eccezionali – che attrae e conquista, funziona come lasciapassare e come mezzo per guadagnarsi il pane, ma anche come occasione di crescita culturale e umana. Infine l’amore, discreto e ostinato, conquistato con fatica, custodito nonostante i mesi e le migliaia di chilometri di distanza. E raggiunto, incredibilmente, attraversando monti e valli e città e pericolose frontiere, in sella a una bicicletta.
C’è da imparare, da sorridere, da ammirare in queste pagine.
Alberto Cavanna
MA FORSE UN DIO
Cairo, 2018
pp. 252, € 14,00
Le vite di Anna ed Ettore si sfiorano, si dividono, nuovamente e definitivamente s'intrecciano...
La vicenda è collocata per lo più nella città di La Spezia e nel suo entroterra, nel periodo che comprende la nascita del fascismo, le leggi razziali, l'entrata in guerra dell'Italia e i suoi tragici sviluppi, compresi i campi di sterminio. Una bella storia d'amore e si perdono su uno sfondo storico ricostruito con cura, che rivela tensione narrativa e capacità riflessiva. Alberto Cavanna scava nell'intimo dei personaggi e al tempo stesso traccia gli eventi che condussero molti giovani ad aderire in modo indiscusso al fascismo, o che decretarono il procedere silenzioso della discriminazione razziale, tra incredulità, stupore, paura, speranza...
L’autore ci offre anche un pezzo di storia poco conosciuta (il porto di La Spezia divenne il luogo da cui, all'indomani del '46, partirono gli ebrei per ritornare in Palestina) e ricostruisce con vivacità verghiana il registro linguistico dei differenti caratteri: lo spezzino, l'ebraico, il bergamasco e via dicendo.
Accattivante anche il filo conduttore del romanzo: le lacrime delle donne sono l'unica via di salvezza al male del mondo, perché il loro dolore, che è amore, può vincere il male e redimere.
Già a febbraio Megliounlibro scopriva con piacere questo testo. Lo avevamo definito "un meritato caso letterario". E ora, che abbiamo ricevuto la notizia della sua vittoria allo Strega 2017, siamo felici. Perchè? è stata premiata la qualità!
Natura, amicizia, bellezza.
Paolo Cognetti
LE OTTO MONTAGNE
Einaudi, 2017
pp. 200, € 18,50
“Questa storia è per un amico che l'ha ispirata, guidandomi dove non c'è il sentiero. E per la Fede e la Fortuna che fin dall'inizio l'hanno custodita, con tutto il mio amore”. Così, a romanzo concluso, su pagina bianca, l'autore commenta quasi con pudore la storia che il lettore ha appena finito di leggere, come se solo a quel punto potesse concedergli la sua confidenza, svelargli che quanto raccontato è stato veramente vissuto, sofferto, incarnato.
Questa è una storia di amicizia tra due ragazzi, Pietro e Berto, che poi diventano uomini; ma è anche la storia della ricerca di se stessi e soprattutto del rapporto tra i protagonisti e la montagna, in particolare il Monte Rosa ai cui piedi è il paese di Grana, luogo di villeggiatura del cittadino Pietro e dove otto anni fa Paolo Cognetti si è trasferito da Milano. Una montagna che non è tanto paesaggio, quanto lo sguardo che su di esso hanno tutti i personaggi del romanzo, e che li cambia a poco a poco, modellandone pensieri, azioni, definendone le scelte di vita.
“Noi diciamo che al centro del mondo c'è un monte altissimo, il Sumeru. Intorno al Sumeru ci sono otto montagne e otto mari. Questo è il mondo per noi".
La scrittura è immediata, essenziale, senza sbavature: un bel “caso letterario”.
Francesca Barra
IL MARE NASCONDE LE STELLE
Garzanti, 2016
pp. 150, € 14,90
Ramon, 14 anni, egiziano, all'indomani della primavera araba del 2013, a causa del clima intimidatorio che si è creato decide di fuggire, per ritrovare la libertà, in particolare quella di professare la propria fede e di andare a scuola senza subire le angherie di docenti e compagni. Già con questi due desideri Ramon testimonia una grande maturità, che trova radici in valori autentici e profondi, così lontani spesso da quelli vissuti dagli adolescenti occidentali.
Il racconto delle sofferenze e dei soprusi durante la fuga in mare, e ancora la solitudine, le umiliazioni che Ramon subisce una volta in Italia, tracciano un quadro del male che a vari livelli è presente nella nostra società. Ma, a testimoniare che il bene è sempre possibile, egli incontra persone che attraverso un gesto - piccolo o grande non importa - ridanno luce a chi era nel buio della disperazione. E il libro si riempie di speranza, di ottimismo.
Ottima anche la scelta operata da Francesca Barra, scrittrice e anche giornalista, che qui è stata capace di prestare la sua voce, lasciando parlare Ramon: un’attenta analisi, infatti, rivela una scrittura che ha scelto le parole e intrecciato sapientemente la narrazione, così sulla scena irrompe solo Ramon con l'immediatezza della sua vita.
Paola Capriolo
MI RICORDO
Giunti, 2015
pp. 268, € 16.00
Due donne, lontane nel tempo eppure legate a doppio filo. Una casa, scenario tutt’altro che muto delle loro sofferenze. La trama si intreccia attraverso l'alternanza tra il racconto in terza persona delle vicende di Sonja e le lettere scritte in prima persona da Adela, con un’evidente differenza di registro stilistico. Il nuovo romanzo di Paola Capriolo, a due anni di distanza da L’ordine delle cose, mette al centro il tema della memoria. In un’accezione più ancestrale che individuale. Non sono solo i ricordi personali a opprimere Sonja, ma quelli di due generazioni. Ricordi che hanno un peso esorbitante.
"La bellezza salverà il mondo", frase tratta da Dostoevskij, è un filo conduttore. Da insindacabile sentenza, diviene oggetto di discussione e finisce quasi per perdere il consueto significato, di fronte agli avvenimenti della realtà.
Un bellissimo romanzo, forte e affascinante, che riesce a svilupparsi con un ritmo che non lascia respiro nonostante la sostanziale staticità dell'ambientazione. E che non si esaurisce nelle parole scritte, ma esalta il suo potenziale evocativo grazie alle sue reticenze, a quei personaggi e quegli avvenimenti appena accennati, ma mai del tutto svelati. Una storia che lascia spazio a diverse possibili letture.
Alessandro D’Avenia
CIÒ CHE INFERNO NON È
Mondadori, 2014
pp. 318, € 19
“Nella luce prima, un ragazzo la spia. E’ immersa nell’agguato ventoso e salato dell’alba che si leva ancora vergine dal mare, per tuffarsi poi nelle strade avvolte nella penombra”.
E’ la grande bellezza di Palermo. La cifra dominante di questo romanzo è lo sguardo di chi ama una città difficile e tremenda e sa vedere tesori di insospettabile e sfaccettata bellezza. Non è un libro “su don Puglisi” o un libro “sulla mafia”, ma una discesa nel buio tra sprazzi incredibili di luce: quelli che baluginano sul mare e sui tetti nella calura estiva, quelli negli occhi di donne che amano nonostante tutto, quelli dell’eroismo di un sacerdote che cerca di far alzare lo sguardo ai dannati di Brancaccio: “Se nasci all’inferno hai bisogno di vedere almeno un frammento di ciò che inferno non è per concepire che esista altro“.
Tra pura poesia e descrizione dell’abiezione, D’Avenia ha un registro più alto e spesso più duro che nei due libri precedenti. Anche qui, però, ritroviamo un protagonista adolescente – Federico – con il suo viaggio di formazione, che rende ancora una volta questa lettura una perla per ragazzi e giovani.
E per noi.
"... è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".
Mario Calabresi
NON TEMETE PER NOI,
LA NOSTRA VITA SARA’ MERAVIGLIOSA
Mondadori, Strade Blu 2015
pp. 118, € 17
“Bisogna tener presente i contesti di crisi, ma coltivare i sogni è ancora il miglior motore di un’esistenza… Se fallisci facendo qualcosa che non ti piace, la beffa è doppia”. Mario Calabresi - chi non lo conosce?- incontra spesso i liceali e li ascolta. Lo scetticismo e lo scoraggiamento di alcuni lo hanno tormentato, così: “Sono andato a cercare le risposte e gli antidoti. Questo libro è nato quella mattina di tre anni fa”.
Belle le sue risposte! “Un tempo si pensava che la creatività appartenesse solo all’infanzia o alle persone di genio. Non è così: è in ognuno di noi e a tutte le età, ma la gente ignora di avere questo tesoro… E non riguarda mica solo i grandi aspetti della vita, ma anche attività semplici, che sono espressioni di individualità. Non abbiate paura di pensare con la vostra testa”.
Sarà un vecchio mulino da risvegliare, trovando spunti su internet e nuova linfa nelle mode dei superchef; sarà una leggenda ligure sulla luna e le acciughe a far riarmare un peschereccio “multitasking”; sarà l’incontro con una famiglia del Ruanda che, dal campo-profughi, approda in America con un bagaglio in sei e l’intangibile consapevolezza di essere fortunati; sarà… Sogni? Certo, ma anche realtà. Matti? Mica tutti. Bamboccioni? Crediamo di no.
“E se pensate di non farcela, abbiate il coraggio di chiedere aiuto”, perché “l’oceano è fatto di tante gocce”. Incoraggiante.
Giuseppe Catozzella
NON DIRMI CHE HAI PAURA
Feltrinelli, 2014
pp. 236, € 15,00
“Saranno liberi, di nuovo liberi di correre. Almeno fino a casa”. Questa di Samia è una storia vera, unica ed insieme emblematica. Una storia che com-muove e ci immerge nella Storia di un oggi che i tg ci fanno solo intravvedere. Somalia dei nostri giorni: è il 12 agosto 2012 quando Al Jazeera, dopo le Olimpiadi di Londra, parla di Samia Yusuf Omar, che a soli 18 anni aveva partecipato come maratoneta alle Olimpiadi di Pechino. Da quel giorno Giuseppe Catozzella, scrittore che ama le storie vere, segue le sue tracce.
La Somalia soffre per una situazione politico-religiosa ottusa e liberticida. Ma lei, sin da bambina, voleva correre. E con la corsa riscattare sé, la sua famiglia, il suo popolo. Corre, con tutte le forze e anche di più, verso la libertà; e malgrado gli ostacoli, i tradimenti, i burqa, la fame, la miseria più pura, ci fa vedere che cosa significa “avere la forza”, la volontà di farcela contro l’ingiusto, il falso, il rigido, l’inumano.
Samia ha vinto, non ha perso perché ora la sua vita è indelebilmente dentro la vita “di chi sa” (è morta in mare tentando di venire in Occidente). Ora sappiamo che senso ha “il Viaggio”. Ora quando si parla di Lampedusa non possiamo più restare indifferenti. Abbandoniamo il pre-giudizio vacuo dopo la lettura di un romanzo-documento che ci rende più vicini al vero. E più umani.
Dedico la scoperta di questo libro ai miei studenti più giovani di quest'anno, che lo hanno subito amato. Sono stati tra i primi, in Italia, anche se nessuno lo sa.
E se fossero stati coinvolti nello Strega Giovani lo avrebbero votato, anche loro...
lp
Michelle Cohen Corasanti
COME IL VENTO TRA I MANDORLI
Feltrinelli, 2014
pp. 378, € 17
“Il coraggio, capii, non era mancanza di paura: era l’assenza di egoismo, era mettere il bene di qualcun altro prima del proprio.” Quando il dodicenne arabo dice questa frase, pensa al sostentamento della propria famiglia, e soprattutto al padre, imprigionato durante il conflitto arabo-israeliano. La fiducia tra i due è totale e da questo vincolo prende forma la storia. Morti violente, crudeltà insensate, vite miserabili, un futuro senza speranza. In questo terreno infertile cresce la personalità di un ragazzo dotato di un eccezionale talento matematico che lo porterà a riscattare sé e i suoi familiari.
Una vicenda drammatica affrontata in modo costruttivo, nonostante la ferocia di una guerra osservata dalla parte dei vinti. L’ingiustizia non corrompe né deturpa le azioni del protagonista, neppure gli errori più tragici, dovuti a inesperienza o a involontaria leggerezza. Non genera violenza e odio, ma comunicazione e pace, intelligenza e istruzione, le armi più forti per diventare liberi e autonomi ed affrancarsi da una condizione di asservimento alle avversità. L’autrice, israeliana, promotrice del dialogo tra il suo popolo e quello palestinese, ha voluto mettersi nei panni di quest’ultimo, denunciando coraggiosamente le mancanze del suo.